Via il sovrapprezzo su sms, chiamate e navigazione sul web. Viaggiare in Europa o stare a casa da questo punto di vista non avrà differenze. Da giovedì 15 giugno sarà così per l’addio ai sovrapprezzi legati al roaming .

Quindi, come detto, il costo dei servizi quando ci si trova in Europa sarà uguale a quello che ci viene addebitato a casa. Ci sono delle eccezioni (alle quali occorrerà fare molta attenzione come spiegato più avanti) ma il principio generale è questo ed è il frutto di un cammino né breve, né semplice. Basti pensare al punto di partenza: l’ok alla fine dei sovraccosti per il roaming è arrivato con l’intesa, il 1° febbraio di quest’anno, fra rappresentanti di Consiglio e Parlamento Ue sulle tariffe all’ingrosso: quelle che gli operatori praticano fra loro quando un proprio cliente viaggia in un Paese dove non sono presenti.

Un percorso lungo

È però dal 2007 che la Commissione Ue ha progressivamente obbligato le telco a ridurre i costi per il roaming attraverso l’abbassamento delle “eurotariffe”. Da allora, informa la Commissione Ue, è stato ridotto del 92% il costo delle telefonate e degli sms; rispetto al 2012 il costo del traffico dati è sceso del 96%; dal 2008 al 2015 il volume del traffico dati in roaming si è moltiplicato di 100 volte. Sempre lato consumatori, contrariamente a quanto deciso in un primo momento (quando era stato stabilito un massimo di 90 giorni oltre il quale al cittadino Ue in viaggio sarebbero stati applicati i sovraccosti), non sono previsti limiti di tempo, ma possibilità di verifica (e di adeguamenti) da parte delle telco per situazioni anomale degli utenti e controlli delle autorità nazionali su eventuali abusi delle compagnie. Se i consumatori superano i limiti contrattuali, le eventuali tariffe supplementari non saranno comunque maggiori dei massimali concordati a inizio febbraio. La Commissione condurrà un riesame del mercato all'ingrosso entro fine 2019 e trasmetterà ai colegislatori una valutazione intermedia entro il 15 dicembre 2018.

I Paesi coinvolti

A essere coinvolti sono i 28 Paesi dell’Unione europea (compresa la Gran Bretagna) oltre a Norvegia, Liechtenstein e Islanda. La cancellazione del sovrapprezzo non riguarderà invece la Svizzera. Per quanto riguarda il Regno Unito la misura varrà almeno fino al 30 marzo 2019, quando dovrebbe diventare operativa la Brexit. Le norme che prevedono la cancellazione del sovrapprezzo per i servizi in roaming all’estero non valgono quindi quando si viaggia in altri Paesi fuori dall’Europa.

Uso corretto dei servizi di roaming

Come detto, le norme sul “roam like at home” valgono per chi viaggia occasionalmente al di fuori del Paese in cui si vive. Quindi occorre trascorrere più tempo o utilizzare più spesso il telefono cellulare nel proprio Paese che all’estero. In caso dubbio, l’operatore può contattare il cliente e chiedere spiegazioni che devono essere date nell’arco di tempi di 14 giorni. Nel caso in cui non si ritengano soddisfacenti le risposte del cliente, i sovrapprezzi applicabili (Iva esclusa) sono pari a 3,2 centesimi al minuto per le chiamate, 1 centesimo per sms e 7,7 euro per 1 Gb di traffico dati.

I prezzi 

La pagina internet sul sito dell’Unione europea dà molte informazioni riguardo ai limiti che comunque esistono e di cui è bene tenere conto.

I limiti per i pacchetti dati

Cosa succede se il contratto prevede il pagamento di una tariffa mensile fissa e un pacchetto con un volume di dati illimitato? Il volume dei dati in roaming che l’operatore deve assicurare deve essere pari almeno al doppio del volume ottenuto dividendo il prezzo del pacchetto di servizi di telefonia mobile per il massimale previsto per i prezzi all’ingrosso (7,70 euro nel 2017, Iva esclusa) . Lo stesso sito dell’Unione Europea fa un esempio per rendere chiaro il concetto: pagando 40 euro (Iva esclusa) un pacchetto con un volume illimitato di chiamate, sms e dati, si ha diritto al roaming a tariffa nazionale con chiamate e sms illimitati e almeno 10,3 GB di dati (2 x (40/7,70 euro) = 10,3). Se lo si supera, c’è comunque un limite massimo che gli operatori possono addebitare: 7,70 euro per GB di dati nel 2017 (Iva esclusa), 6 euro per GB (Iva esclusa) nel 2018; 4,5 euro (Iva esclusa) dal 2029; 3,5 euro (iva esclusa) dal 2020; 2,5 euro (Iva esclusa) dal 2022.

I limiti «di salvaguardia»

Disponendo di un traffico di dati mobili limitato o di tariffe molto convenienti (meno di 3,85 euro per Gb nel 2017), l’operatore potrebbe applicare un limite di salvaguardia al roaming. L’operatore in questo caso è tenuto a informare preventivamente il cliente del limite e ad avvisare nel caso in cui venga raggiunto. In caso di superamento, l’operatore potrà applicare un sovrapprezzo, che corrisponderà al massimale previsto per i prezzi all'ingrosso, vale a dire 7,70 euro per GB di dati nel 2017 (Iva esclusa), 6 euro per GB (Iva esclusa) nel 2018 con gli ulteriori cali, già evidenziati, dopo il 2018.

I limiti ai dati per le carte prepagate

Per chi ha una carta prepagata la tariffa del roaming sarà uguale a quella nazionale se il prezzo pagato è per unità e il prezzo unitario nazionale dei dati è inferiore a 7,70 euro per Gb. Il limite eventualmente applicabile dall’operatore «deve corrispondere almeno al volume ottenuto dividendo per 7,70 euro il credito rimanente sulla carta prepagata non appena cominci ad usare i servizi di roaming dati». Quindi, dividendo il credito per 7,70 si avrà la quantità di Gb disponibili all’estero.

Lavoratori transfrontalieri

Chi lavora in un altro Paese diverso dal proprio può scegliere un operatore di telefonia mobile di uno dei due Paesi. La politica dell’uso corretto prevede però che almeno una volta al giorno ci si colleghi alla rete nazionale.

Le possibilità per gli operatori di derogare alla fine dei sovraccosti

Come previsto dalle linee guida vergate dal Berec (l’organismo dei regolatori transnazionali), gli operatori possono richiedere una deroga di 12 mesi all'eliminazione dei sovraccosti di roaming quando si viaggia in Europa, ma solo motivandola con le difficoltà a far fronte alle nuove spese. Una deroga solo per chi fosse in grado di dimostrare che l’azzeramento del roaming comporta perdite superiori al 3% del fatturato annuo. Per farlo però dovranno presentare richiesta di deroga alle Autorità nazionali (in Italia Agcom). Come si legge dall’ordine del giorno dell’ultimo consiglio di Agcom (del 6 giugno), ad oggi aver preso in esame la possibilità di derogare sono state le società Fastweb e Tiscali. Contattata nei giorni scorsi dal Sole 24 Ore Tiscali ha comunque detto di non voler applicare nessuna deroga. Tutto però è legato a un placet di Agcom che ancora non è arrivato. La richiesta di deroga può arrivare in qualsiasi momento. Agcom ha poi 30 giorni per decidere con ulteriore aggiunta di 60 giorni. Quindi è buona norma stare attenti alle decisioni dei propri operatori, anche se quelli indiziati a chiedere deroghe sono soprattutto i più piccoli.

14 giugno 2017

Telefonate, sms e dati in Ue come in Italia: guida ragionata all’addio ai sovraccosti del roaming
di Andrea Biondi

Fonte: Il Sole 24 Ore

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