La storia è questa: da un paio di settimane un giornalista, non proprio famoso per la sua correttezza professionale, spara su un giornale, non proprio famoso per la sua imparzialità,

una serie di sconcezze ridicole sul Siulp, “il sindacato dei comunisti”, la Link Campus University, “l’Università dell’intelligence che sforna ministri per i 5 Stelle”, condite con conti correnti segreti a San Marino, IBAN misteriosi, Ministri creati da un Grande Vecchio che tutto vede e tutto può, e rapporti a rischio con ex Capi della Polizia e dei Servizi Segreti, Generali della Finanza, Prefetti e Poliziotti. Regia e sceneggiatura di Tom Clancy. Da aprile anche in elegante confezione regalo con la torcia di 007.

I film di spionaggio non ci appassionano, noi continuiamo a preferire quelli sui pirati dei Caraibi, ma a questo punto un po’ di cazzeggio non ci può essere negato. Il giornalista è Luca Fazzo. Ha lo stesso nome di quel giornalista che appare nelle cronache di qualche anno fa, delle quali riportiamo un breve e significativo stralcio: Caso Sismi sospeso Fazzo MILANO - L' Ordine dei giornalisti della Lombardia ha sospeso per un anno dall' esercizio della professione Luca Fazzo, ex giornalista di Repubblica, per «i rapporti anomali e distorti mantenuti per due anni» con il numero due del Sismi Marco Mancini.

Tra le contestazioni a sostegno della sanzione figura in particolare quella di «aver violato il principio dell' autonomia professionale».19 dicembre 2006 Fonte Ansa Chissà se è lui. E se fosse lui? Chissà come ha avuto i documenti, IBAN compresi. Chissà chi sarà mai la sua fonte segreta.

Se non fossimo assolutamente certi dell’onestà intellettuale e politica, del dottor Antonio Lanzilli, ex Segretario Nazionale del Siulp, oggi segretario nazionale di un altro grande sindacato di polizia, guidato da Oronzo Cosi, al quale è stato sempre legato da un profondo sentimento di condivisione di metodi e obiettivi, oltre che di stima e di amicizia, come tutti noi possiamo ampiamente testimoniare, potremmo essere indotti addirittura a pensare che la fonte fosse lui.

Magari per vendicarsi in qualche modo del Siulp, con il quale ha interrotto bruscamente i rapporti, che guarda caso è sotto congresso. Ma due argomenti contrastano questa tentazione. Il primo è che il dottor Lanzilli si è laureato alla Link Campus, per cui sarebbe da matti, o da imbecilli, gettare discredito sulla Università presso la quale per anni uno ha studiato.

E il dottor Lanzilli non è né matto né imbecille. Anzi, possiamo senz’altro dire che egli è preparato, colto, intelligente, anzi intelligentissimo e furbo, anzi furbissimo.

Il secondo è che il dottor Lanzilli, l’unico che ancora, stranamente, non appare in questa gustosa spy story all’italiana scritta dal grande Luca Fazzo e edita da Il Giornale, ha avuto un ruolo di prim’ordine in tutta questa gustosa faccenda di presunti intrallazzi, essendo stato tra i fondatori di quella Fondazione indicata dal coraggioso giornalista come “una scatola vuota dove attività della Link Campus e del Siulp si intrecciano e si confondono”, e, udite udite, persino il ruolo di componente del Consiglio di Indirizzo, ovvero il massimo organismo di gestione e di indirizzo della Fondazione medesima.

Davvero strano che in questa meticolosa ricostruzione appaiano scientificamente individuati, con nome e cognome generali, prefetti e poliziotti componenti di un comitato scientifico, che non ha mai avuto vita perché nessuno di essi ha dato adesione alla proposta formulata, tra gli altri, dallo stesso dottor Lanzilli, e non compaia il protagonista assoluto della vicenda, che è il dottor Lanzilli medesimo.

Ora, un punto è da chiarire: se avessimo la coscienza sporca, cercheremmo di far finta di nulla, di parlare d’altro, di urlare al complotto. Siccome invece siamo pienamente convinti di quello che abbiamo fatto, e non temiamo smentite di sorta, abbiamo incaricato il nostro legale di portare dinanzi all’Autorità Giudiziaria il giornalista, il Giornale, e tutte le carte che abbiamo, così da fare pulizia di sospetti, intrighi ed imbrogli.

Vedremo, nella fattispecie, dinanzi all’Autorità Giudiziaria, se quella de Il Giornale è una inchiesta giornalistica, o una colossale patacca messa su alla buona per gettare discredito sul SIULP. Chissà mai che non venga fuori che il vero truffatore è qualche imbecillotto che passando un po’ di cartacce manipolate voleva giocare a fare l’agente segreto, anzi segretissimo, credendosi astuto, e scoprendosi invece un perfetto minchione.

La nostra forza, alla fine è sempre quella: siamo talmente convinti della nostra missione che non facciamo nulla che non lasci traccia scritta.

A noi, le tracce, non fanno paura. Sono le chiacchiere che ci possono eventualmente disturbare anche se non ci fanno mai arretrare.

Ah: le somme che ci verranno riconosciute per eventuali danni all’immagine del Siulp che il Giudice dovesse riconoscere andranno alla Fondazione Sicurezza e Libertà che finanzierà con la Link Campus un corso di laurea gratuito per gli orfani dei colleghi deceduti in servizio.

E questo è il Siulp. Fine della storia.

Roma, 13 aprile 2018                  Felice Romano

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