La tragedia degli anni di piombo è impressa nei cuori e nella mente di tutti i Torinesi. I morti ammazzati sono la tragica testimonianza della follia omicida di una idea antisistema che ha fatto della violenza e dell’assassinio un drammatico metodo di lotta, tracciando sul nostro Paese una tragica linea di sangue.
Ciascuno di noi si porta al seguito le gesta che lo hanno contraddistinto nella propria vita e, con le quali, piaccia o non piaccia ci si deve fare i conti.
E poiché il SIULP di Torino non solo non ha la memoria corta ma ha a cuore il bene supremo dello Stato che riposa nello Stato di diritto e nella democrazia, non può dimenticare il dolore procurato alle famiglie delle vittime barbaramente assassinate dal terrorismo, l’odio disseminato contro lo Stato e le sue Istituzioni, nonché l’idiosincrasia verso le Forze dell’Ordine testimoniata prepotentemente dal leader delle Brigate Rosse Renato Curcio.
Non c’è nulla del passato di questo individuo che possa anche solo lontanamente testimoniare un qualsivoglia senso civico o di rispetto verso chi non condivideva le sue pericolose e devastanti teorizzazioni di guerra verso lo Stato e la democrazia, delle quali, peraltro, non si è mai pentito.
Acconsentire a Curcio la presentazione del suo libro in una qualunque località italiana sarebbe già di per se inaccettabile. Consentire poi, che questa presentazione avvenga in un ambiente fortemente antagonista come la sede del centro sociale Askatasuna è una provocazione verso i torinesi, la loro città e le istituzioni.
Una violenza morale insopportabile che oltre ad essere gravemente irrispettosa verso le vittime del terrorismo, simboleggia prepotentemente l’arroganza di chi, senza alcuno scrupolo, è pronto ad accreditare uno dei più pericolosi capi delle B.R., rischiando di caricare l’evento letterario di un pericoloso significato “politico” che va ben oltre le “irrefrenabili” curiosità.
Torino, 20 novembre 2016 UFFICIO STAMPA SIULP
