Riportiamo il testo della lettera inviata al Capo della Polizia Pref. Franco Gabrielli. Abbiamo apprezzato moltissimo il discorso da Lei pronunciato il giorno dell’Anniversario della fondazione della Polizia di Stato, soprattutto per la manifestata volontà di porre il fattore umano al centro dell’attenzione e dell’azione dell’Amministrazione.

Le sue affermazioni colgono nel segno poiché, da tempo, una delle questioni strategiche da noi sollevate, concerne la ragguardevole divaricazione oggi esistente tra i vertici dell’Amministrazione e i lavoratori della Polizia di Stato. Il fatto che, a pochi giorni dal suo insediamento nella più alta responsabilità della nostra Amministrazione, quella di Capo della Polizia – Direttore generale della P.S., Ella manifesti apertamente la necessità di rinsaldare il rapporto con i poliziotti, costituisce per noi una positiva indicazione ed una concreta prospettiva di sviluppo e di emancipazione della categoria.

Sappiamo che a giorni perverranno alla sua attenzione una serie di problematiche da tempo presenti sul tavolo del confronto sindacale e che hanno urgenza di essere avviate a soluzione. Tra queste, c’è il considerevole ritardo che l’Amministrazione ha accumulato in materia di concorsi, ritardo che ha prodotto un debito di credibilità che corre il rischio di restare insoluto.

Oggi le scrivo per porre una questione che si coniuga esattamente con la sua volontà di mettere al centro il Poliziotto, e con essa, l’esigenza di far riconquistare credibilità alla nostra Amministrazione nei confronti della sua utenza interna. Invero, mentre all’esterno, la credibilità della nostra Istituzione cresce sempre di più grazie al sacrificio degli uomini e delle donne della Polizia di Stato, all’interno, purtroppo, avanza e si fa strada un diffuso senso di sfiducia sulla capacità dell’Amministrazione di costituire un punto di riferimento rispetto alle esigenze di correttezza, trasparenza, imparzialità e speditezza dell’azione Amministrativa.

Com’è ben noto, oggi si stanno svolgendo le prove per il completamento del concorso interno, per titoli di servizio ed esame, a 1400 posti per l’accesso al corso di formazione per la nomina alla qualifica di vice ispettore del ruolo degli ispettori della Polizia di Stato. Detto concorso è stato bandito a distanza di ben 15 anni dall’emanazione della norma di previsione, rispetto ad un ruolo che registra attualmente un vuoto in organico di oltre circa diecimila unità. Nonostante questa carenza, per molti anni a chi attendeva il concorso pronto anche ad affrontare una mobilità quale naturale conseguenza dell’assunzione di maggiori responsabilità professionali, è stata negata la legittima possibilità di progressione in carriera.

Oggi, a quei concorrenti che con 15 anni di ritardo e con grandi sacrifici personali hanno superato il concorso, si pone il gravoso problema di accettare o meno il passaggio in un ruolo superiore che, per molti, nel comportare un aumento economico quasi insignificante implicherebbe un disagio che potrebbe rivelarsi assolutamente inaccettabile per l’allontanamento dalla attuale sede di servizio, e dai propri affetti famigliari, e con uno sconvolgimento di assetti faticosamente costruiti.

Conoscendo la Sua sensibilità e l’impegno profuso nei precedenti incarichi proprio a difesa delle donne e degli uomini che hanno avuto la fortuna di poter lavorare al Suo fianco, sono certo che comprenderà immediatamente la ragione di questo nostro agire.

Giacché si tratta di ristabilire una condizione che, sebbene non potrà ripagare il danno subito, quantomeno potrà rendere giustizia affinché al danno non si unisca la beffa. A tal proposito, infatti, ci chiediamo quale utilità possa derivarne all’Amministrazione una siffatta situazione che, peraltro, è stata fissata su una condizione di oltre tre anni fa?

Atteso il suo impegno pubblicamente preso il giorno della festa della Polizia, considerato il debito di credibilità dell’Amministrazione nei confronti della categoria, considerate le esigenze della stessa Amministrazione di colmare una carenza in organico decisamente trasversale e le legittime aspettative dei colleghi, Le chiediamo di prendere in considerazione la possibilità di rivedere il piano di ripartizione del concorso in oggetto, allo scopo di garantire a tutti i vincitori di rimanere nelle attuali sedi di servizio.

Siamo certi che lei valuterà nel migliore dei modi e in sintonia con gli intendimenti già espressi, una esigenza che, a nostro avviso, appare degna di riconoscimento, tutela e protezione. Conoscendo la Sua sensibilità e l’impegno che profonderà per la migliore funzionalità dell’Amministrazione, ma anche del benessere del personale, resto in attesa di un cortese riscontro.

Roma, 1 giugno 2016                   La Segreteria Nazionale

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